CONQUISTA DI BERLINO

CONQUISTA DI BERLINO

lunedì 23 maggio 2011

SPARTACO,IL MITO E L' ATTUALITA' DI SPARTACO e IL MOVIMENTO SPARTACHISTA(1914-1919)

Spartaco nacque in Tracia da una famiglia di pastori appartenente alla tribù dei Maedi; intraprese la professione del padre, ma ridotto in miseria accettò di entrare nell'esercito romano, con cui combatté in Macedonia col grado di milite ausiliario. Nell' esercito però a causa della dura disciplina e i numerosi episodi di razzismo che subiva all' interno della milizia lo convinsero a disertare ed a scappare,ma ben presto fu catturato e visto che è scappato ,fu condannato, secondo la legge militare romana,alla riduzione in schiavitù fu giudicato disertore e condannato.In seguito, intorno al 75 a.C., Spartaco fu venduto a Lentulo Battiatio, un lanista (cioè organizzatore di spettacoli) che possedeva una scuola di gladiatori a Capua, diventando così gladiatore,e per questo era obbligato a combattere contro belve feroci e contro altri gladiatori com'era in uso a quel tempo per divertire popolo e aristocrazia.

Nel 73 a.C.,Spartaco,decise,esasperato dalle inumane condizioni che Lentulo riservava a lui e agli altri gladiatori in suo possesso, decise, insieme ad 70 gladiatori, di scappare ed andò insieme ai gladiatori fuggiti insieme a lui, al Vesuvio, la prima tappa della rivolta spartachista. Sulla strada i ribelli si scontrarono con drappello di soldati della locale guarnigione, che gli erano stati mandati incontro per contrastarli e catturarli. Nonostante Spartaco e i suoi erano armati di soli attrezzi agricoli di cui si erano impossessati nella caserma della scuola gladiatoria e di armi dei soldati romani caduti, sconfissero i soldati romani locali. Dopo questa vittoria,Spartaco,insieme ai galli Enomao e Crixus (detto anche Crisso o Crixio),fu eletto capo dei ribelli e si rifugiarono ai piedi del vulcano per riorganizzarsi, aumentare le proprie forze accogliendo altri schiavi fuggiaschi ed addestrandoli e per decidere sul da farsi.


Il Senato di Roma inviò, in rapida successione, due pretori (prima Caio Clodio Glabro e poi Publio Varinio) in Campania con l’ordine di reprimere la rivolta. Glabro arruolò, letteralmente strada facendo, una legione raccogliticcia di 3000 unità circa, fatta di uomini inesperti e non addestrati(Roma fino a tarda Rebubblica non ebbe un' esercito permanente).
Quando Glabro cinse d’assedio la posizione sulla quale si erano asserragliati Spartaco ed i suoi, questi ultimi, profittando dell’oscurità, riuscirono ad aggirare l’accerchiamento senza che le sentinelle romane se ne accorgessero, per cui riuscirono addirittura a circondare l’accampamento romano e forti della sorpresa l’attaccarono, sterminando una gran parte dei legionari, mentre altri ancora si davano ad una precipitosa fuga in quella che viene denominata "battaglia del Vesuvio". Questo successo militare ottenuto grazie all’esperienza militare di Spartaco ed alla sua sagacia tattica fece accorrere tra le sue fila un enorme numero degli schiavi fuggitivi, pastori e contadini poveri dei dintorni del Vesuvio, sicché la cinta d’assedio posta intorno al Vesuvio fu spezzata e più legioni romane finirono per essere successivamente e nettamente sconfitte in Campania.
Il successo militare più eclatante ottenuto dai rivoltosi fu quello conseguito contro il pretore Publio Varinio ed i suoi legati propretori, Furio e Cossinio: Spartaco non si limitò a sconfiggere i soldati, ma riuscì anche ad impadronirsi dei cavalli, delle insegne delle legioni e dei fasci littori del pretore. Da questa posizione egli riuscì a dominare su tutta la ricca regione campana.
Successivamente dopo un inseguimento fatto a Cossinio(che si salvò miracolosamente), Spartaco operò l’assalto finale nel quale perirono moltissimi legionari e lo stesso legato.


Spartaco quindi ebbe la meglio su un' esercito che non era il migliore e sull' incapacita' dei comandanti locali.
I consoli in carica Gaio Cassio Longino e Marco Terenzio Varrone Lucullo,era evidente che non avevano particolare interesse ad impegnarsi in questa campagna e la sottovalutazione di Spartaco fu la causa dell’espandersi del conflitto, che causò molte perdite umane ed economiche. Resosi conto di ciò, Spartaco decise di volgere la sua marcia verso sud in direzione di Cuma, dopo essere riuscito a spezzare il tentativo di accerchiamento e successivo aggancio operato da Varinio. I ribelli spartachisti riuscirono a svernare nel 73-72 a.C. indisturbati, anzi non solo con le razzie si alimentavano, ma riuscirono anche ad equipaggiarsi con armi fabbricate da loro stessi.

Tuttavia, iniziò a serpeggiare il seme della discordia anche nel campo di Spartaco, poiché i ribelli Galli e Germani, capeggiati da Crisso ed Enomao volevano riprendere l’iniziativa attaccando le legioni romane, mentre Spartaco, ben consapevole della resistenza e capacità di ripresa sulla lunga distanza degli eserciti romani, era contrario. Infatti si decise di estendere la rivolta anche a Sud della Campania, occupando quindi la Calabria e la Lucania (corrispondente a quasi tutta l'attuale Basilicata, esclusa la zona di Melfi, e gran parte dell'attuale provincia di Salerno). In queste zone, contro gli ordini stessi di Spartaco i ribelli Galli e Germani si abbandonarono ad ogni sorta di violenza, saccheggio, devastazione: villaggi bruciati, donne stuprate e assassinate, bestiame depredato e tutti i tentativi di Spartaco d’impedire questi eccidi furono vani, tanto che iniziò ad attirarsi l’odio dei suoi stessi seguaci.

Nel 72 a.C.,sulla scia dell’indignazione popolare che aveva sollevato la scia di sangue, saccheggi e stupri commessi dai ribelli Galli e Germani, il Senato deliberò che i consoli di quell’anno, Lucio Gellio Publicola e Gneo Cornelio Lentulo Clodiano dovessero schiacciare la rivolta. Crisso, con una maggioranza di ribelli celti e germanici ai suoi ordini, scese in Apulia (oggi Puglia), ma qui fu sconfitto da Publicola nella "Battaglia del Gargano" e venne ucciso da Quinto Avio.
Spartaco,tuttavia, non si intimorì alla notizia della morte dell'alleato, ed anzi riuscì a battere nuovamente le truppe romane, attestate in due eserciti comandati dai consoli Lucio Gellio Publicola e Gneo Cornelio Lentulo Clodiano uno di qua e uno di là dell'Appennino.Nell' estate del 72 a.C,Spartaco sconfisse,nell'Appenino tosco-emiliano, l' esercito comandato dal console Clodiano Lentulo ed ebbe la meglio anche sul governatore della Gallia cisalpina, il proconsole Caio Cassio Longino Varo.
Dopo queste vittorie militari, guidò le sue truppe verso la Lucania e si fermò nei pressi di Turi, ove riarmò il suo esercito, alimentandolo con le razzie ed i saccheggi e si scontrò nuovamente con i Romani che furono ancora una volta sconfitti.

Nel frattempo(dicembre del 72 a.C.), il Senato romano,mentre Spartaco stava tornando in Lucania, diede al proconsole Marco Licinio Crasso l'incarico di reprimere la rivolta. Crasso pretese il comando su otto legioni, in modo tale da avere una schiacciante superiorità in termini numerici.
Crasso mosse contro Spartaco con sei legioni, cui si aggiunsero le altre due consolari ripetutamente sconfitte, ma si narra che, venuto a battaglia con l’esercito di Spartaco, Crasso sia stato sconfitto e per punizione abbia ordinato la decimazione delle legioni consolari fino all’immane cifra di ben 4.000 legionari giustiziati con il sistema della verberatio (a bastonate) per la codardia mostrata nei confronti del nemico. 
Con l'uso della verberatio Crasso si guadagnò più di Spartaco la paura ed il timore reverenziale dei suoi uomini, ristabilendo, in questo modo alquanto sanguinario, ma non inconsueto nella storia dell’esercito romano, la disciplina e la fedeltà delle sue truppe.
Spartaco, preso in contro-tempo da questa decisione, decise allora di sbarcare in Sicilia in modo tale da unirsi a una rivolta di schiavi, indipendente alla sua, che si stava svolgendo in quel momento in Trinacria. Tuttavia, a causa del tradimento di alcuni pirati cilici, fu costretto a rimanere fermo, nonostante il tentativo di attraversare lo stretto a bordo di zattere improvvisate che però non riuscivano ad assicurare l’approdo, anche perché Verre aveva nel frattempo fortificato le coste nei pressi di Messina.
Crasso ordinò allora la creazione di un grande muro nella parte più stretta che separava il mar Ionio dal mar Tirreno, in prossimità dell'istmo di Catanzaro, protetto da un fossato molto largo e profondo, che, tagliando da mare a mare la Calabria bloccasse Spartaco e non facesse arrivare rifornimenti di alcun genere alle truppe di Spartaco, tenendo nel contempo impegnati e ben allenati i legionari. Tuttavia, Spartaco, dopo una serie di tentennamenti, poiché in campo aperto aveva subito dei parziali rovesci da parte dell’esercito romano, decise di forzare il blocco, facendo attraversare le sue truppe in un punto delle opere di difesa che era stato neutralizzato.
Rotto il blocco Spartaco si diresse verso l’Apulia, ma Crasso lo attaccò alle spalle, ma Spartaco riuscì inizialmente a sconfiggere Crasso nella "battaglia di Petilia". Tuttavia, a causa della stanchezza dei suoi uomini, Spartaco non poté sfruttare al meglio il suo successo, avvenuto nel gennaio del 71 a.C., anche perché l'esercito romano, ora numeroso e ben armato, costrinse Spartaco prima alla fuga verso Brindisi e poi alla ritirata, ancora verso la Lucania d difatti la piana del metapontino, oggi nella provincia di Matera, è teatro del passaggio dell’esercito di schiavi e disperati di Spartaco che gli permisero di raccogliere nuovi consensi. Plutarco parla dell’arrivo di “molti mandriani e pastori della regione che, gente giovane e robusta, si unirono ad essi”, e a cui fu permesso di agire liberamente saccheggiando molti insediamenti in zona tra le quali Heraclea (oggi Policoro), e Metapontum (oggi Metaponto), dove il gladiatore ribelle si incontrò con il pirata cilicio Tigrane (presumibilmente Tigrane II) per organizzare il sospirato imbarco da Brindisi verso la Cilicia, poi fallito per il tradimento di quest’ultimo.
Il preannunciato arrivo delle truppe di Pompeo e di Marco Terenzio Varrone Lucullo proconsole di Macedonia diede la scossa a Crasso, che, a quel punto, non voleva dividere la gloria dell’impresa con i suoi rivali, anche perché a Roma si rumoreggiava sulla lunghezza della campagna stessa. Nei pressi del fiume Sele si svolse la battaglia finale, preceduta da numerosi e molto cruenti scontri, prima di questa battaglia Spartaco uccise il suo cavallo dicendo che se avesse vinto avrebbe avuto tutti i cavalli che voleva ma se avesse perso non voleva essere tentato di scappare: 60.000 schiavi morirono. I romani persero solo 1.000 uomini e fecero 6.000 prigionieri; a quanto è dato sapere alcuni legionari romani dissero che Spartaco si buttò per primo contro di loro e dopo aver ucciso alcuni soldati romani fu crivellato da cosi' tanti colpi che il suo corpo non poté essere ritrovato. Crasso fece crocifiggere – nudi – lungo la via Appia da Capua a Roma tutti i prigionieri.
Altri reparti dell'esercito ribelle, circa 5.000 uomini, tentarono la fuga verso nord, ma vennero intercettati e annientati da Gneo Pompeo, che sopraggiungeva con le sue truppe dall’Hispania. Terminava così la rivolta di Spartaco,la piu' grande e grave rivolta di schiavi della storia di Roma.
MITO E ATTUALITA' DI SPARTACO
La forza del mito di Spartaco la si deve alla persistente attualità della lotta per la libertà, contro ogni condizione di oppressione e sfruttamento. Spartaco rappresenta l' uomo che si ribella alla schiavitù, il simbolo della volontà dell’oppresso di spezzare le catene e nel mondo,quindi,l' attuale Spartaco,sono gli uomini che lottano contro l' oppressione capitalista In questo senso la sua figura si ricollega alla lotta del movimento socialista, del moderno proletariato contro le metaforiche catene del capitale. Lo dimostrano le parole di Karl Marx che, in una lettera ad Engels del 1861, definisce il gladiatore come “il tipo più in gamba che ci sia posto sotto occhi di tutta la storia antica. Grande generale (non un Garibaldi), carattere nobile, realtà rappresentative dell’antico proletariato”, e quelle di Lenin che, in riferimento alla rivolta, parla di “guerre giuste, di guerre che non sarebbe lecito condannare”.

LA LEGA DI SPARTACO(1914-1919)

La Lega Spartachista (Spartakusbund, in tedesco)nacque in Germania il 4 Agosto 1914,su iniziativa di Rosa Luxemburg, con il nome di Gruppo Internazionale e come corrente della SPD,in risposta al fatto che quest' ultima aveva dato l' assenso ai crediti di guerra al Parlamento del Reich.Il fatto che la SPD e il Partito socialista francese avevano votato a favore della guerra nei rispettivi paesi,aveva provocato il collasso della Seconda Internazionale,che,quest' ultima,si era impegnata più volte, a scongiurare l’ipotesi di una guerra europea tra le grandi potenze.Con l’approvazione della guerra e con la politica di collaborazione con le autorità statali i vertici e il gruppo parlamentare dell’ SPD avevano abbandonato tre principi che caratterizzano il programma del partito dalla sua fondazione: l’internazionalismo proletario, l’antimilitarismo (in particolare l’esplicito rifiuto di una guerra tra stati europei, pronunciata nel 1912), e la lotta di classe. Il Gruppo Internazionale vedeva questa svolta come un tradimento dei principi della Socialdemocrazia, proclamati dalla Seconda Internazionale e ribaditi fino a poco prima dell’inizio della guerra nel corso di manifestazioni su scala nazionale in favore della pace,mentre il Gruppo Internazionale, al contrario, continuò a sostenere le posizioni espresse dai partiti socialdemocratici europei prima della guerra, e rigettò il conflitto, che riteneva un massacro imperialistico voluto dalla borghesia e contrario agli interessi del proletariato.

L’ipotesi di uscire dall’SPD venne però immediatamente rigettata dai membri del gruppo, che contavano sulla convinzione che il governo avrebbe ben presto messo fuori legge il partito spingendo la maggioranza SPD ad abbandonare la collaborazione con il potere costituito. Si decise di organizzare la lotta contro la guerra dall’interno del partito, spingendo la maggioranza dell’SPD a rifiutare l’approvazione di successivi crediti di guerra e a ripristinare la solidarietà internazionale con gli altri partiti socialisti europei. Dopo che il gruppo è cresciuto, dandosi un'organizzazione nazionale, iniziò,nel gennaio 1916, la pubblicazione di un proprio giornale dal titolo Spartakusbriefe (lettere di Spartaco). Per questa ragione divenne conosciuto con il nome di “Gruppo Spartaco” (Spartakusgruppe) o più semplicemente Spartakus.

IL RAPPORTO CON L' USPD

Gradualmente alcuni membri del gruppo parlamentare dell’SPD (che inizialmente avevano votato i crediti di guerra piegandosi alla disciplina di partito) si spostarono su posizioni ostili alla guerra senza far parte del Gruppo Internazionale. Il primo a votare contro ulteriori crediti di guerra fu Karl Liebknecht il 2 dicembre. A partire dal 1915 si costituì un’opposizione interna al partito, cresciuta fino a 20 membri nel 1915, in seguito fino a 45. Nel marzo 1917 quest’opposizione venne espulsa dal partito. In conseguenza di ciò venne fondato l’USPD, partito che raccoglieva membri dell’SPD contrari alla guerra.
La Lega Spartachista, che pur era stata contraria alla scissione, confluì in questo partito. Mantenne però il suo status di gruppo sotto forma di un’“unione chiusa di propaganda”, con lo scopo di esercitare influenza all’interno dell’USPD. Anche nell’USPD, infatti, gli internazionalisti convinti erano una minoranza. I “Revisionisti” come Eduard Bernstein e Hugo Haase e i “Centristi”, come Karl Kauntosky (in precedenza autore del programma dell’SPD), condividevano con gli Spartachisti solamente il rifiuto del sostegno alla guerra.La Rivoluzione d'ottobre in Russia, nel corso della quale i Bolscevichi guidati da Lenin e Trotzki sciolsero la Duma e presero il potere, erano guardati complessivamente con favore, ma non mancavano dissensi su alcune questioni specifiche come sul centralismo democratico.A questo proposito Rosa Luxemburg,nell' inverno del 1917,scrisse un' articolo in prigione,pubblicato solamente nel 1922 dal suo compagno, lo spartachista Paul Levi.
IL PROGRAMMA RIVOLUZIONARIO
Il 7 ottobre 1918 la Lega Spartachista reagì al cambiamento di costituzione e alla partecipazione dell’SPD al governo nella riforma del 7 ottobre 1918 con una conferenza nazionale, tenutasi illegalmente a Berlino. In quell’occasione venne stilato un programma per una rivoluzione popolare che avrebbe dovuto abbattere il capitalismo militarista e imperialista. Obbiettivi del programma erano:
  • l’immediata fine del conflitto;
  • l’annullamento senza risarcimento di tutti i crediti di guerra;
  • la conquista dei diritti e delle libertà civili;
  • una riforma della giustizia e l’abolizione delle norme classiste in materia di diritto di voto e di procedura giudiziaria;
  • l’abolizione e disarmo dei corpi imperiali;
  • la collettivizzazione dei mezzi di produzione, l’esproprio del capitale bancario, delle miniere e delle fonderie e delle fabbriche di armamenti;
  • come obiettivo finale la creazione di una repubblica socialista.
Particolarmente dettagliati erano i progetti per una democratizzazione dell’esercito, considerata il presupposto fondamentale per una rivoluzione:
  • Concessione del diritto di associazione e di assemblea ai soldati, anche quando in servizio;
  • Abolizione del diritto di punizione da parte dei superiori, la disciplina averebbe dovuto essere garantita da delegati eletti dalla truppa;
  • Abolizione dei tribunali di guerra;
  • Allontanamento di superiori sulla base di decisione a maggioranza dei sottoposti;
  • Abolizione della pena di morte e del carcere per reati militari e politici.
La lega Spartachista proclamò in un manifesto nazionale questi obiettivi, considerati il banco di prova per verificare i programmi di democratizzaione del MSPD (Mehrheitssozialdemokratische Partei Deutschlands, “partito socialdemocratico tedesco di maggioranza”), la cui partecipazione al governo era vista come un tradimento dei reali interessi dei lavoratori.

LA RIVOLUZIONE DI NOVEMBRE(OTTOBRE-NOVEMBRE 1918)
La Rivoluzione di Novembre ebbe origine dalla rivolta dei marinai a Kiel. Questi si ribellarono spontaneamente contro un proseguimento della guerra considerato insensato da un punto di vista militare, occupando le navi ed eleggendo o nominando consigli degli operai e dei soldati senza essere guidati da partiti di sinistra. Presupposto essenziale per questa solidarietà tra operai e soldati fu un importante sciopero dell’industria degli armamenti nel gennaio del 1918. In quell’occasione avevano fatto la loro comparsa dei “rappresentanti rivoluzionari” apartitici, sebbene vicini all’USDP, che ora portavano la rivoluzione nelle grandi città. In tutta la Germania questi nuovi consigli dei lavoratori si richiamano ad alcuni degli obiettivi della Lega Spartachista, senza che questa avesse potuto esercitarvi un’influenza diretta, o intervenire nella loro organizzazione, essendo stata fino ad allora vietata.
Karl Liebknecht fu rilasciato il 23 ottobre 1918, arrivò a Berlino l’8 novembre, assumendo la direzione della Lega Spartachista. Il 9 novembre 1918 proclamò, dapprima al Tiergarten, successivamente davanti al castello di Berlino una “libera repubblica socialista tedesca”. Poco prima l’esponente dell’MSPD Philipp Scheidemann aveva proclamato dal balcone del Reichstag una “repubblica democratica tedesca”.
L’11 novembre 1918 la Lega Spartachista vene fondata come organizzazione a livello nazionale. Il nome intendeva esprimere un maggior livello di organizzazione e una presa di distanza dall’USPD. Rosa Luxemburg redasse il programma, che conteneva misure immediate per la protezione della rivoluzione:
  • Disarmo della polizia e degli appartenenti alle classi dominanti;
  • Armamento del proletariato e creazione di una “Guardia Rossa”;
  • Presa di possesso dei consigli comunali e regionali da parte di lavoratori e soldati eletti liberamente;
  • Collettivizzazione (esproprio) di banche, miniere, fonderie e grandi industrie;
  • Presa di contatto con tutti i partiti gemelli stranieri per un’internazionalizzazione della rivoluzione.
Nei mesi successivi la Lega Spartachista tentò di influenzare in questo senso la situazione politica per mezzo del quotidiano ”Die Rote Fahne” (“Bandiera Rossa”). Con le prime sparatorie il 6 dicembre, ma soprattutto col tentativo di sciogliere la Volksmarinedivision (una formazione armata composta da marinai insorti) si rese manifesta l'intenzione da parte di Friedrich Herbert di ostacolare gli obiettivi rivoluzionari. A partire dal 10 dicembre Rosa Luxemburg si dichiarò pubblicamente favorevole alla creazione di repubblica guidata da consigli popolari.

Fondazione del KPD(Partito Comunista Tedesco)

Il 14 dicembre venne pubblicato sul quotidiano spartachista “Die Rote Fahne” un articolo programmatico redatto da Rosa Luxemburg dal titolo “Cosa vuole la Lega Spartachista?” (Was will der Spartakusbund?) nel quale si poteva leggere: "La Lega Spartachista non assumerà mai il governo se non, con il chiaro, univoco consenso delle masse proletarie tedesche, mai in altro modo se non per mezzo della consapevole adesione del proletariato alla visione, agli scopi e ai metodi di lotta della Lega Spartachista"
Dopo gli scontri di dicembre a Berlino la Lega Spartachista convocò un congresso nazionale dal 29 al 31 dicembre a Berlino. Là i suoi membri, insieme con i membri dell'IKD (Internationale Kommunisten Deutschlands, “Comunisti Internazionalisti Tedeschi”) formarono il Partito comunista tedesco (KPD). Questo assunse, praticamente senza modifiche, l’articolo di Rosa Luxemburg del 14 dicembre 1918 come proprio programma. Sosteneva un socialismo senza compromessi e promuoveva il proseguimento e la diffusione della rivoluzione che era iniziata attraverso la presa del potere da parte dei consigli operai nelle fabbriche.
La posizione rispetto al parlamentarismo, rimaneva dibattuta. I membri dirigenti del KPD erano a favore di una partecipazione del KPD alle successive elezioni per l’assemblea nazionale di Weimar ma furono battuti nella votazione interna alla lega per 62 delegati contro 23.
La Costituzione di Weimar garantì la proprietà privata dei mezzi di produzione, l’esistenza dell’esercito e il diritto alla pensione dei membri dell’amministrazione imperiale.

LA RIVOLTA DI GENNAIO E FINE DEL MOVIMENTO SPARTACHISTA
Pochi giorni dopo il KPD dovette affrontare una prova cruciale: il 5 gennaio 1919 i “rappresentanti rivoluzionari” delle industrie di armamenti berlinesi, che erano vicini all’USPD e che già erano stati organizzatori dello sciopero di gennaio, incitarono una sollevazione armata contro il licenziamento del Capo della Polizia di Berlino Emil Eichhorn. Il Kpd si unì alla rivolta e tentò, nel corso di quelle che vengono erroneamente chiamate Rivolte spartachiste, di spingere i consigli di soldati di Berlino ad abbattere il governo di transizione di Friedrich Elbert. Questo tentativo fallì e la ribellione fu soffocata da unità dell’esercito imperiale e dai Freikorps che era un' organizzazione di ex combattenti anticomunisti.
Il 15 gennaio Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht vennero catturati, sottoposti a duri maltrattamenti e uccisi da appartenenti alla Garde-Kavallerie-Schützen-Division, una divisione dell´esercito. Da quel momento finì la storia della Lega Spartachista e iniziò quella del KPD nella Repubblica di Weimar

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